Il suggestivo contesto della festa, sulle colline che sovrastando il capoluogo subalpino sfumano verso l’Astigiano, è stato il parco secolare all’interno del quale trova posto la sede della Sagna S.p.A., azienda torinese divenuta per chi lavora nel mondo del vino un marchio di qualità garantito dalla sua stessa storia. Una storia che da ormai novant’anni la vede in prima fila a livello italiano nell’importazione e distribuzione di vini, di liquori e di distillati di altissima qualità provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

E da ogni parte del mondo provenivano anche gli invitati che, la scorsa settimana, hanno partecipato alla sontuosa festa con la quale la Sagna S.p.A. ha voluto celebrare questi suoi “primi” novant’anni di attività. Quelli che l’hanno portata, attraversando le alterne vicende di quasi un secolo di storia, ad affermarsi come una delle realtà italiane più solide di un settore nel quale l’azienda torinese si è rivelata capace di navigare con grande abilità e perizia.

Forse per questo Massimo Sagna, il cui contagioso entusiasmo non è certo estraneo allo sviluppo di questa realtà negli ultimi decenni, ha voluto ringraziare per primo quello che non ha esitato a definire l’artefice stesso di questa crescita: Giusto Lusso, il cui ruolo centrale in azienda, ormai da cinquant’anni, è attestato dall’esserne divenuto Presidente. La Sagna S.p.A. infatti – come hanno sottolineato lo stesso Massimo Sagna e il figlio Leonardo – senza la lungimiranza di questo suo protagonista non sarebbe oggi ciò che invece è e rappresenta.

La riuscita della festa è certamente stata garantita dalla straordinaria qualità dei vini e distillati che, nel corso della cena, hanno potuto essere degustati e apprezzati. Forse però a imprimere all’evento il suo tratto più esclusivo è stato il clima che vi si respirava. Un clima dal quale a trasparire con forza è stata la grande stima che la Sagna S.p.A., nel tempo, ha saputo guadagnarsi sul campo. Da parte sia dei produttori, di cui quest’azienda rappresenta le prestigiose etichette, sia di coloro che per essa lavorano, non di rado avendo vissuto al suo interno la loro intera carriera.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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