Sagna S.p.A., ormai da generazioni, costituisce una sorta di marchio di garanzia nel settore dell’importazione di vini e distillati. La sua filosofia di fondo, attenta a individuare e proporre prodotti di nicchia improntati alla qualità e quasi sempre legati ad aziende che mantengono una significativa impronta familiare, col tempo si è rivelata una carta vincente. Fino a farne una sorta di punto di riferimento per tutte quelle realtà, ristoranti o enoteche che siano, che vogliono offrire alla loro clientela prodotti connotabili come indiscutibili eccellenze.

La filosofia della Sagna S.p.A. è fortemente radicata nella mentalità della terra in cui questa realtà, agli inizi del Novecento, è nata e cresciuta: il Piemonte. Una regione il cui pregio e limite è rappresentato da una mentalità, quella sabauda, divenuta quasi proverbiale per la sua solidità, talora tanto granitica da risultare, agli occhi di chi non la conosce, fin troppo rigida. Proprio questa solidità tuttavia, trasformatasi in una sorta di imprinting del tessuto aziendale subalpino, ha però fatto la fortuna di molte imprese di questo territorio: compresa quella di cui stiamo parlando.

Sebbene possa sembrare strano persino ipotizzarlo per chi la conosce da vicino, la Sagna S.p.A. sembra recentemente aver intrapreso una via diversa: forse per far fronte a un cambiamento delle abitudini sociali inerenti il bere o forse a seguito del nuovo peso acquisito in azienda dall’ultima generazione Sagna, il noto marchio torinese di import legato al mondo del vino ha dinamicamente deciso di intraprendere la via della mixology, ovviamente senza nulla perdere della sua tradizionale solidità. 

La riprova di questo nuovo corso si è avuta di recente in un evento, organizzato a Torino dalla Sagna S.p.A., al piano alto di EDIT. A dare il tono giusto alla perfetta serata di fine estate sono stati i distillati di punta dell’azienda subalpina, divenuti straordinari ingredienti per cocktail creati prima, nel corso di una vivace competizione, da promettenti barman e dopo, con un’esperienza e un’abilità tutta percepibile nel bicchiere, dalla capacità creativa di un personaggio di punta della mixology internazionale come Luca Picchi.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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