L’apertura del nuovo locale di Massimiliano Prete a Torino, prevista per martedì 19 dicembre nel cuore della città, sarà all’insegna di una filosofia che declina la pizza, il più famoso dei piatti italiani, puntando tutto sulla qualità e sulla leggerezza. E l’esito, dalle “pizze contemporanee” che abbiamo potuto assaggiare in anteprima, ci è parso davvero seducente: la riuscita armonizzazione tra un ricercato impasto e una serie di ingredienti DOC di prim’ordine consentirà infatti di gustare una pizza che, del tutto estranea ai canoni tradizionali, saprà distinguersi per la sua accattivante originalità.

Il segreto delle “pizze contemporanee” andrà cercato innanzitutto nell’impasto, frutto ormai di una sperimentazione portata avanti con tenacia prima a Saluzzo e poi ad Alba. È qui, nel contesto tradizionale di una provincia dove le innovazioni sanno sedurre solo quando risultano convincenti al di là di ogni ragionevole dubbio, che la ricerca di Massimiliano Prete è venuta maturando, riscuotendo un successo che, non senza farsi attendere, è però poi venuto consolidandosi e in maniera crescente. Di qui la scommessa del rilancio, con un nuovo locale, nel cuore nella capitale sabauda.

In un elegante spazio da sessanta posti, attiguo ad un laboratorio della stessa grandezza, saranno cinque le tipologie di pizza proposte, ciascuna declinata in forme diverse: Fa croc, reinterpretazione della focaccia romana imbottita; Pizz’otto, connotata da una pasta alta la cui leggera friabilità esterna fa da contrappunto alla sofficità interna; Croccante resa particolare da un impasto ad alto grado di idratazione e da una lunga fermentazione; Pala, i cui 50 cm di lunghezza sono pensati per la condivisione; e infine Gusto Autentico. frutto di una fermentazione spontanea e non dovuta al lievito.

Gli assaggi sono stati parecchi, ma due hanno saputo sedurci forse più degli altri: Il porro, croccante con fontina d’Aosta DOP e i mitici porri di Cervere e La salciccia, gusto autentico con le cime di rapa e il pregiato insaccato di Bra. Il tutto accompagnato dalle birre Baladin alla spina o da un vino, al calice o in bottiglia, che vi consigliamo di farvi suggerire dal giovane e capace sommelier, in grado di guidarvi assecondando gusti e inclinazioni di ciascuno. E non dimenticatevi i dessert: Il sottobosco e La crema caramellata vi lasceranno il desiderio di tornare presto.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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