La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del riconoscimento del Nizza come Docg conclude anche formalmente il lungo percorso attraverso il quale l’Associazione Produttori del Nizza ha perseguito l’obiettivo non certo di poco conto: connotare la Barbera d’Asti superiore del suo territorio con il nome della città che ne costituisce il capoluogo. La forza di questo vino, in questo modo rimarcato come espressione peculiare dell’universo della Barbera, potrà dunque ora essere valorizzata al massimo.

Il percorso di riconoscimento del Nizza come Docg non è stato per nulla facile. A dimostrarlo sono i 17 anni intercorsi tra il momento della creazione dell’Associazione, all’epoca presieduta da Michele Chiarlo, e l’ufficializzazione del riconoscimento stesso: «È stato un percorso lunghissimo – sottolinea Gianni Bertolino, attuale presidente dell’Associazione – e forse nessun’altra denominazione italiana ha dovuto attendere così tanto. Tuttavia ne è valsa la pena e il Nizza è ormai pronto, come vino e come immagine, a giocarsi appieno sul mercato enologico».

L’ufficializzazione del Nizza come Docg suona dunque innanzitutto come una tardiva legittimazione della peculiarità di un vino che in questi diciassette anni ha saputo distinguersi e farsi conoscere, finendo con l’essere apprezzato da un sempre crescente numero di estimatori. E la conferma viene dalla crescita esponenziale, avvenuta in questi anni, sia del numero di vigneti rivendicati a Nizza Docg, passati a 200 su un potenziale stimato di 720, sia delle bottiglie prodotte, giunte con la vendemmia 2018 a mezzo milione di unità.

L’Associazione dei produttori del Nizza conta ormai sul oltre 60 aziende associate, mentre nell’area si registrano acquisti da parte di nomi noti della viticoltura di Langa visibilmente interessati a partecipare al progetto. Quest’ultimo, oltre al riconoscimento ormai ufficiale della Docg, dal 2018 può anche contare sulla la “Mappa del Nizza” che, realizzata nell’arco di tre anni da Alessandro Masnaghetti, rappresenta uno strumento scientifico in grado di consentire l’individuazione chiara dei cru del territorio.

Testo di Piergiuseppe Bernardi

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