Bollicine di montagna – sulle alpi torinesi

Nell’ultimo decennio la produzione spumantistica nella piccola doc Pinerolese si è ritagliata un importante spazio commerciale, presentando agli appassionati alcune etichette di metodo classico di grande qualità e con una storia molto affascinante. Il territorio pedemontano si caratterizza per un clima molto adatto per la maturazione delle uve dedicate alle bollicine, con forti escursioni termiche che garantiscono una perfetta maturazione e un bouquet di profumi di grande pregio. Tra le aziende pinerolesi che per prime hanno creduto nelle bollicine c’è l’azienda L’Autin, nome che, in dialetto piemontese, indica un vigneto o un piccolo appezzamento vitato. L’azienda vitivinicola si trova al confine tra le province di Torino e Cuneo, in una zona dominata dal Monviso. Per la produzione dello spumante metodo classico, vinificato sia bianco che rosato, vengono utilizzate uve Chardonnay, Pinot Nero e una piccola percentuale di uve autoctone. Le vigne si trovano nel comune di Campiglione Fenile, all’imbocco della Val Pellice.

Dopo una prima fermentazione in acciaio, si passa all’imbottigliamento e alla rifermentazione, che avviene in un luogo molto particolare. Il luogo prescelto per il lento processo di creazione del metodo classico è la miniera di talco di Prali, piccolo comune montano situato a 1600 metri di quota. A un chilometro di profondità, all’interno delle gallerie dove veniva trasportato il materiale di scavo, le bottiglie riposano a una temperatura costante di 10 gradi e con un’umidità al 90 per cento. Silenzio e buio: il vino riposa circondato dal talco purissimo. L’affinamento sui lieviti dura 36 mesi, al termine dei quali il vino è pronto per le ultime fasi di produzione. Trascorso il periodo di affinamento, procede con il remuage, quando le bottiglie vengono ruotate e inclinate progressivamente, fino alla posizione verticale, per concentrare i residui di lieviti che verranno eliminati con il dégorgement attraverso il congelamento del collo della bottiglia per la rimozione della feccia. Dopo questo lungo procedimento, il vino è pronto per la commercializzazione, uscendo nelle sue versioni Brut e Pas Dosé. Negli ultimi anni alla versione che affina per 36 mesi è stato affiancato uno spumante che sosta sui lieviti per 84 mesi, sviluppando caratteristiche organolettiche uniche e assolute per complessità ed eleganza, capaci di abbracciare il palato con note di miele e nocciola.

I vini affinati nelle miniere di talco di Prali uniscono aspetti commerciali e culturali, con un forte legame alla storia e alle attività produttive di questo spicchio di Alpi Cozie. Negli spazi in cui affinano le bottiglie è stato aperto da due decenni un importante ecomuseo che permette ai visitatori di scoprire il lavoro e la storia di generazioni che hanno lavorato all’estrazione del talco. Nel corso degli anni sono stati organizzati alcuni tour all’interno delle miniere riattivando l’antico trenino che portava i minatori nel cuore della montagna. L’Ecomuseo delle miniere e della Val Germanasca rappresenta una rigorosa conservazione del patrimonio minerario, che attraverso la collaborazione con l’azienda L’Autin ha dimostrato di sapersi proiettare costantemente in avanti, in un’ottica di continuo rinnovamento nelle forme e nei modi di sfruttamento del patrimonio culturale e ambientale del territorio montano.