Cantine Monrubio e l’Orvieto DOC

Di Giovanna Moldenhauer

Una visita a Orvieto ci ha consentito di incontrare Vincenzo Cecci, presidente delle Cantine Monrubio dal 2010, oltre a essere dal 2016 anche presidente della doc Orvieto. Il nostro incontro è avvenuto proprio presso le Cantine Monrubio, situate a pochi chilometri dal borgo storico di Orvieto che appare alla vista arroccato su una rupe di tufo. Le sue scenografiche pareti a picco suggeriscono l’idea, a chi lo scorga per la prima volta, di dominare tutta la valle circostante. Durante la visita in sua compagnia, siamo passati prima dalle zone di conferimento delle uve, passando poi a quelle di vinificazione, incontrando in questo percorso il loro direttore tecnico, il dottor Riccardo Cotarella, originario proprio di questo territorio, ricco di tradizioni agricole e vitivinicole, con Monrubio sin dal 1981. Noi di “Bubble’s”, conoscendo la sua competenza e la sua profonda cultura, riteniamo che abbia contribuito in modo determinante alla crescita di questa realtà cooperativa che ora si avvale del conferimento di circa quattrocento soci produttori, situati nel comprensorio orvietano e non solo. Prima di proseguire nel nostro racconto, troviamo necessario premettere i diversi passaggi storici che hanno portato alla fondazione di questa realtà cooperativa negli anni cinquanta, periodo in cui molte zone d’Italia erano depresse in conseguenza degli effetti della seconda guerra mondiale. La Monrubio vede la sua costituzione il 4 maggio del 1957, originata dalla volontà di cinque, forse sei, intraprendenti agricoltori dell’area di Castel Viscardo, tra cui Adelmo Cecci, padre dell’attuale presidente, motivati dalla convinzione di voler produrre vini di qualità che fossero specchio del loro territorio ricco di tradizioni vitivinicole.

Negli anni successivi, si sono aggiunti via via altri personaggi sino ad arrivare, allora, a ottantatré soci. Tra gli intenti che hanno spronato i fondatori a costituire la cooperativa, Vincenzo Cecci ce ne segnala in particolare due. In primis, quello di non far sottostare gli agricoltori al giogo delle trattative con i sensali visto che era difficile ottenere un giusto prezzo per le uve, oltre a non dovere più stipulare contratti di enfiteusi che lasciavano ai vignaioli l’uso ma non il possesso delle vigne. Inoltre, la frammentazione dell’areale dell’Orvieto ha comportato, tra i documenti da passare al notaio, un’attenta verifica delle differenti mappe catastali, dei confini tra le singole proprietà. In seguito, è stato necessario identificare il luogo dove far sorgere la cantina, reperire i fondi per realizzare la struttura, in cui ancora oggi ha sede la cooperativa.

Tornando alla presentazione delle Cantine Monrubio, situate in posizione centrale rispetto alle zone di produzione dell’Orvieto Classico doc, Cecci ci spiega come abbiano sempre cercato, nei decenni, di valorizzare e migliorare il proprio patrimonio vitivinicolo con le selezioni di cloni a bassa produttività, insieme a studi ampelografici anche con la collaborazione di Attilio Scienza, stimato ex docente universitario di viticoltura all’Università di Milano e noto esperto internazionale del settore, sui vitigni tradizionali che compongono l’Orvieto doc, volti a ottenere uve pregiate per vini specchio del territorio. Non solo: Vincenzo ha sottolineato come il reparto agronomico interagisca, da tempo, con i soci per portarli a coltivare in un’ottica di qualità, di sostenibilità ambientale e di rispetto della natura. Nel tempo, la cantina si è attrezzata di moderne presse in continuo, ad alto tasso tecnologico, con altre linee parallele di lavorazione, costituite da presse pneumatiche discontinue – che consentono una lavorazione delle uve più soffice possibile – dove i frutti vengono lavorati per la macerazione a freddo.

I diversi vasi di fermentazione, con una capacità da 300 fino a 2.400 ettolitri, sono tutti termocontrollati tramite un moderno sistema informatizzato che consente di lavorare separatamente le uve per quantità e qualità. Con l’attuale capacità di stoccaggio di 127.403 ettolitri e una produzione ben oltre i 100.000 quintali di uve vinificate, oggi la Monrubio, specializzata nella produzione di vini destinati all’imbottigliamento per svariate etichette italiane, è arrivata a costituire la prima produttrice di Orvieto doc e la più grande realtà della Regione Umbria.

Da qualche anno è stato deciso di selezionare una determinata quantità di uve per produrre due vini bianchi Orvieto doc, destinati al settore Horeca, prima con Soana, poi qualche anno dopo con la selezione Papabile, oltre a Palaia Umbria Rosso igt. Dall’inizio del 2023 è stata selezionata, come partner commerciale in esclusiva, Partesa, azienda leader nei servizi di vendita e distribuzione nel settore food & beverage. Una scelta oculata, considerati i risultati soddisfacenti già conseguiti a distanza di pochi mesi dall’avvio della collaborazione. Prima di lasciarci, ci siamo trovati concordi con Cecci su come questa linea costituisca un’ulteriore prova della qualità insita nella loro produzione. Senza peraltro tralasciare il rispetto della natura e del territorio, peraltro già temi fondanti nel 1957 alla costituzione della cooperativa.