Le giare di terracotta

Di Andrea Zanfi

Cosa non si farebbe per divertirsi nel mondo del vino, provando, riprovando e provocando tutto il sistema, scoprendo nuove opportunità per creare attenzione intorno a un calice, arrivando a fare i funamboli, i giocolieri, i cantastorie e i fenomeni.

L’importante è fare business.

Ed è giusto, ecco allora, oggi, le anfore!!!

E chi sa domani cosa mai si inventerà il grande Helmuth Köcher per stimolare il mondo del vino. Questa volta ha deciso di farlo insieme a un partner d’eccezione: il Vinitaly e “la sua piattaforma promozionale e internazionale, che è in grado di proporre il vino in tutte le sue declinazioni e in tutte le sue possibili proiezioni commerciali” come sancì il divino Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere, alla presentazione del progetto l’ “Amphora Revolution”.

Il fine unico è quello di far parlare i ricercatori di percezione occulte, i cultori “del famolo strano”, gli appassionati del diverso, dell’enoico raro e quelli dell’ANFORA.

Ma come mai questa torcia si è accesa ora?

Sono almeno 8mila anni che si producono vini in anfora, e tra le altre cose è una procedura che anche nella stessa Georgia è utilizzato più per i turisti che per altri scopi e che in Italia, pur avendo adepti da quasi trent’anni, non ha mai incontrato il gusto del mercato, vivendo un piccolissimo successo iniziale, più mediatico che commerciale, dato che il risultato di vendite è stato pari a quello ottenuto dal latte di yak.

Ma avendo grande stima di Helmuth ci deve essere un motivo su come mai abbia deciso di cavalcare questo Business, non certo per aumentare gli enormi introiti del suo Merano Wine Festival e neanche per vivere nuove emozioni o darsi nuovi traguardi.

Solo lui saprà la pura verità. Sta di fatto che ora ci ha pensato lui a scoprire l’Amphora che ha “un mercato dalle grandi potenzialità” come ribadisce.

Devo dire che in momento come questo c’era bisogno di cose “nuove” e quindi ben venga questo fenomeno. Dopo decenni in cui abbiamo supportato i vini veri, quelli naturali, quelli ancestrali, nella speranza che assolvessero al compito di infondere messaggi costruttivi al vino italiano e lo conducessero verso futuri migliori, ben vengano oggi le giare, dalle quali cosa ci possiamo aspettare?  Dai discorsi fatti, tante cose, alla presentazione del progetto si parla di qualità, d’innovazione, di naturalità e dell’immancabile sostenibilità ambientale, che devo dire, in fondo a tutto il ragionamento fatto dagli esimi personaggi, ci sta sempre bene, e poi come dico, ripetere queste cose fa colore e coreografia e la cosa ci tranquillizza, non trovate? Ma la cosa più bella ascoltata e che apre il cuore alla speranza, è il sapere che con “Amphora Revolution” sarà lanciata la più grande sfida mai avviata contro i cambiamenti climatici.  Cazzo!!

Eh sì, cari miei, avete capito bene; questo è un segnale forte. Il sapere che con due anfore si comanda il clima è o non è una grande cosa? Io direi enorme. Una vera rivoluzione dei problemi climatici; il miracolo che aspettavamo si è avverato. Sono certo che anche voi, come me, stanotte dormirete sonni migliori, perché c’è l’Amphora che risolverà le sorti di credibilità e commerciali del vino italiano. Non è cosa da poco. Quindi evviva l’“Amphora Revolution”!