Le Mariscadoras e la pescheria sostenibile – Blueat: il sapore inedito del granchio blu

di Cesira Fontanesi

 

Cinque giovani donne che il mare se lo portano da sempre nel cuore e che del mare e della salvaguardia del suo ambiente, oggi più che mai in grave pericolo, hanno scelto di fare il centro dei propri interessi e del proprio lavoro. Sono le Mariscadoras, una start up benefit riminese tutta femminile, che con il loro primo progetto Blueat – La Pescheria Sostenibile si sono poste un obiettivo tanto semplice quanto ambizioso: trasformare un problema ambientale in una risorsa, soprattutto per le comunità costiere. Sono infatti le “specie aliene marine invasive”, e cioè quegli organismi arrivati da lontano sulle coste dell’Adriatico e qui perfettamente adattatisi che, sconvolgendo l’equilibrio del nostro mare e ne danneggiano gravemente la pesca. Tra queste ce n’è una in particolare, il Callinectes sapidus meglio conosciuto come “granchio blu”, la cui insaziabile voracità sta creando difficoltà sempre più insostenibili. Per affrontare il problema le Mariscadoras hanno prima di tutto dialogato con i pescatori, i più diretti interessati e i veri esperti della questione, ascoltandone i suggerimenti. La soluzione che ha così preso corpo, e che sta già dando i suoi frutti, è stata quella di promuovere il consumo del “granchio blu” in ambito alimentare con prodotti ora disponibili anche sul mercato: gustosi sughi, polpa, granchi congelati crudi o cotti.

Nonché la possibilità di azzerare lo scarto del granchio stesso con la produzione di materiali bioplastici dal suo carapace. Ed è sulla scia delle storiche Mariscadoras, le raccoglitrici di frutti di mare galiziane che per prime hanno difeso i diritti delle donne all’interno di un settore fortemente maschile come che la pesca, che le cinque ragazze di Blueat hanno impostato il loro lavoro. Senza dimenticare poi di essere loro stesse, riminesi per nascite o per scelta, le eredi dirette delle “poveracciaie” che fino a non tanto tempo fa sulla spiaggia di Rimini raccoglievano le puràzi: ossia le “poveracce” – le vongole – da rivendere al mercato. Anche loro donne del mare, spesso mogli o vedove degli stessi pescatori, che così contribuivano con la loro misconosciuta fatica al sostegno della famiglia. È dunque anche per tenere vivo il loro ricordo che le cinque novelle Mariscadoras, Alice Pari, Giulia Ricci, Ilaria Cappuccini, Matilda Banchetti e la mente del progetto, la biologa marina Carlotta Santolini hanno deciso di fare impresa insieme, per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e per chi nel mare e per il mare lavora. Con particolare attenzione a quelle donne che ancora oggi, nella Blue Economy, sono invisibili e sottopagate. Il loro progetto ha già incontrato l’interesse delle istituzioni e della comunità scientifica, con applicazioni concrete che vanno dalla sperimentazione di attrezzi da pesca per la cattura selettiva, alla ricerca sulla specie del “granchio blu” in collaborazione sia con le università che, attraverso l’innovativo metodo della citizen science, con i comuni cittadini. E, per quanto riguarda il mondo del food, ci sono già chef riminesi che hanno inserito nei loro menu piatti Blueat. Se allora anche voi siete in vena di sperimentazioni culinarie, perché non prendere spunto dalle ricette sul sito www.blueat.eu: risotto al granchio blu, polpette di granchio blu, ravioli cinesi al granchio blu…