Nel Molise il vino ha una tradizione che risale ai Sanniti e ai Romani. La Masseria Di Majo Norante si trova a nord del Gargano dove il terreno sciolto e parzialmente sabbioso e la brezza estiva concorrono a creare un habitat particolarmente favorevole. Di Majo Norante produce vino da uve proprie sin dal 1800 e, ancora oggi, i suoi vini provengono esclusivamente dai 130 ettari dell’antico feudo dei Marchesi Norante di Santa Cristina.

Da sempre in azienda si pone una certosina attenzione alla selezione, alla raccolta delle uve e alle tecniche di vinificazione, nell’ottica del miglioramento costante della qualità e della salubrità del vino per cui la vite è trattata esclusivamente con concimi di origine organica e minerale. La predisposizione a selezionare i cloni dei vitigni autoctoni attraverso lo studio della loro adattabilità al terreno di area meridionale è all’origine di tutti i vini Di Majo Norante. A uve classiche quali Malvasia, Trebbiano, Montepulciano e Sangiovese, Di Majo Norante ha affiancato dapprima il Bombino, e l’Aglianico, e finalmente “gli antichi vitigni” Falanghina e Greco per la produzione dei bianchi, Ellenico-Aglianico, Prugnolo e Tintilia per i rossi, Moscato reale per il passito dolce. Sono vini ricchi della personalità delle antiche culture contadine attualizzati, affiancando la pratica di tecniche antiche con l’adozione di tecnologie moderne. Viene da lontano ed è ereditaria la dedizione alla coltura della vite che ha attraversato le generazioni e si è arricchita nel tempo con la passione per la ricerca e la sperimentazione, pur nel solco di una tradizione molisana che qui, proprio nella cura posta alla creazione di vini autenticamente rappresentativi del territorio, ha trovato un’espressione capace di giocare un ruolo di primo piano anche sui mercati esteri.

Nell’orizzonte di questa fedeltà alla tradizione, la comunicazione continua di saperi tra passato e presente ha saputo declinare al presente conoscenze ancestrali, dando concretamente vita a “nuovi vini d’antichi vitigni”. Il tutto in una prospettiva che ha portato Alessio Di Majo a sacrificare produttività e omologazione al perseguimento costante di qualità e tipicità, cercando di conservare nei suoi pregiati prodotti tutte le caratteristiche degli uvaggi mediterranei.