La linea di vini Monte Zovo è prodotta interamente con le uve delle tenute di proprietà della famiglia Cottini, 140 ettari dislocati su tre territori: a Caprino Veronese (in località Zovo), dove si trova anche la cantina; a Tregnago in Val d’Illasi, dove si trova il fruttaio per l’appassimento delle uve; e nell’area di Desenzano, dove si trovano i vigneti del Lugana.

Bisogna viaggiare all’interno del territorio vitivinicolo veronese, per scoprire le segrete meraviglie di queste proprietà. Vigne impiantate in areali in cui pionierismo e creatività umana hanno saputo valorizzare sapientemente le zone collinari, soprattutto quelle più in alta quota e con la migliore esposizione al sole, sfruttando a fondo le particolarissime caratteristiche morfologiche e microclimatiche delle aree pedemontane.

La costante ricerca e il senso dell’innovazione di Diego Cottini, lo hanno condotto a realizzare vini innovativi e di successo, in un territorio fino a poco tempo fa poco valorizzato e a rispettare le tipicità locali dando vita a prodotti di grande qualità. A guidare la produzione Monte Zovo è una filosofia eco-sostenibile e il suo modo di prendersi cura della terra, dei vigneti, dell’ambiente, dei luoghi dove i Cottini vivono e lavorano, segue delle direttrici chiare: cura, consapevolezza, costanza e concretezza.

La famiglia Cottini segue tutte le fasi di produzione, dalla campagna alla cantina fino alla presenza sui mercati; l’eccellenza non è solo il risultato finale, ma un’ispirazione costante per raggiungere nuovi traguardi, nel rispetto del territorio e della viticoltura, coltivando le risorse della terra e della natura con qualità e rispetto. I vini Monte Zovo sono una sfida pioneristica continua che, dalla creatività del Calinverno alle coltivazioni di alta quota, avvince e conquista sempre più appassionati. Occhi curiosi e grande intuito, oltre a un palato da raffinato gourmet, Diego Cottini confessa: “Per me il vino non è soltanto uno dei grandi piaceri della vita: è la mia vita e mi accompagna in ogni gesto”. Con questi presupposti la viticoltura si avvicina davvero a una forma d’arte.