Un incontro con Stefano Pola e i suoi Conegliano DOCG Rive

di Giovanna Moldenhauer

Abbiamo incontrato Stefano Pola, titolare di Andreola, durante una serata a Milano dove in abbinamento a una cena informale ha presentato la sua filosofia produttiva, con la presentazione e l’assaggio di quattro sue diverse espressioni della tipologia Rive, dal diverso dosaggio

A metà strada tra il mare e le montagne, in un fazzoletto di terra dalle favorevoli caratteristiche pedoclimatiche, si trova Andreola, l’azienda vinicola con sede a Col San Martino, nel comune di Farra di Soligo, da sempre impegnata nella produzione di Valdobbiadene DOCG. Intervallate da foreste, boschi e vigne, protagoniste indiscusse di questo territorio sono senza dubbio le colline scoscese, a forte pendenza compresa tra i 100 e i 500 metri d’altitudine, si rende necessaria in aree come questa, al punto che lì si pratica una viticoltura “eroica”, caratterizzata cioè da fatica e lavoro quasi esclusivamente manuale. Ma non è solo il paesaggio ciò che disegnano e definiscono in modo così peculiare. Infatti proprio a causa della forte pendenza del terreno, ancora oggi, molti tratti vitati non sono raggiungibili dai mezzi meccanici che non riescono quindi a passare tra i filari e agevolare il lavoro dell’uomo. Da qui la consapevolezza che solo con una cura paziente, quotidiana e interamente manuale è possibile coltivare la vite tra le ripide colline del Valdobbiadene. Una difficoltà per molti, un valore aggiunto per Andreola che vede in questa forma di viticoltura un’opportunità per valorizzare i propri spumanti. Non solo l’azienda l’ha resa protagonista del proprio marchio – da due anni, sotto il nome Andreola, c’è sempre la dicitura “Eroico in Valdobbiadene” – oltre a essere, già dal 2010, la cantina è diventata il primo produttore di Valdobbiadene DOCG iscritto al Cervim (Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana) facendosi così primo sostenitore della promozione della viticoltura di montagna.
Gli studi portati avanti dal Consorzio hanno individuato, all’interno della denominazione, delle microzone con terreni profondi, costituiti da roccia, sabbia e molta argilla, insieme alle diverse combinazioni di pendenza ed esposizione, dalle caratteristiche peculiari definite “Rive” a indicare una specifica sottozona (in totale ce ne sono 43). Questa modifica del disciplinare ha previsto oltre a le Rive anche l’inserimento della tipologia Extra Brut. La tipologia Rive vuole esaltare le peculiarità che territorio e microclima confluiscono al Valdobbiadene, prodotto in quel particolare frangente di territorio. Andreola non poteva che trarre il meglio da questa caratterizzazione delle sottozone e oggi, grazie alla produzione di ben cinque etichette, di cui una da vigneti a conduzione biologica, la cantina vanta il maggior numero di Rive nella sua gamma nell’ambito del Valdobbiadene DOCG.
Ve ne raccontiamo in dettaglio quattro di esse.

  • 26° I° Valdobbiadene DOCG Rive di Col San Martino Extra Brut

    È ottenuto da 4 ettari su forti pendii, posti tra i 300 e i 500 metri di altitudine, nel cuore della denominazione Rive di Col San Martino, cosparsi di viti centenarie e piccole percentuali di varietà autoctone come Bianchetta, Perera e Verdiso, oltre alla Glera. Questo prosecco segna il passaggio di testimone dal fondatore Nazzareno Pola, nel 26° anno di fondazione dell’azienda, al figlio Stefano. Dopo l’affinamento di almeno 6 mesi in acciaio, una presa di spuma della durata di 30/ 40 giorni con rifermentazione in grandi recipienti per il Metodo Martinotti, affina in bottiglia da 1 a 3 mesi, con un dosaggio di 0 g/l. Esordisce con un colore giallo chiaro con riflessi verdognoli, dal perlage cristallino, fine e persistente, ha un naso fragrante dalla pesca e mela verde in sottofondo, seguito dal glicine e da fiori bianchi. All’assaggio è complesso, fresco ed elegante, con una buona persistenza.

    Voto:

    90/100
  • Col del Forno Valdobbiadene DOCG Rive di Refrontolo Brut

    È ottenuto da circa 4 ettari, ad altitudine media di 250 m s.l.m., da sola Glera. Dopo l’affinamento di almeno 6 mesi in acciaio, una presa di spuma della durata di 30/ 40 giorni con rifermentazione in grandi recipienti per il Metodo Martinotti, affina in bottiglia da 1 a 3 mesi, con un dosaggio di 7 g/l. Nel calice ha un colore giallo chiaro con riflessi verdognoli, un’effervescenza gentile, cremosa e persistente, per poi avere accanto a sentori di fiori di biancospino e glicine, note di mela, pesca e agrumi gialli. Al palato si presenta elegante, sapido e vellutato, con una buona lunghezza al palato.

    Voto:

    89/100
  • Mas de Fer Valdobbiadene DOCG Rive di Soligo Extra Dry

    È ottenuto da circa 5 ettari disposti su Col de Fer e San Gallo, due cocuzzoli della stessa collina nell’area delle Rive di Soligo, da 300 a 500 metri di altitudine, ai limiti per la coltivazione del vitigno Glera. Dopo l’affinamento di almeno 6 mesi in acciaio, una presa di spuma della durata di 30/ 40 giorni con rifermentazione in grandi recipienti per il Metodo Martinotti, affina in bottiglia da 1 a 3 mesi, con un dosaggio di 14 g/l. Esordisce con un colore giallo paglia con eleganti riflessi verde chiaro, seguito da bollicine sottilissime e una spuma presente. Il naso spazia da fiori bianchi, seguito da macedonia di frutta matura e agrumi, accanto alla nota di mela verde di sottofondo. L’assaggio è croccante, piacevole, equilibrato tra il dolce e il sapido, l’amaricante, e la spezia, con una buona persistenza.

    Voto:

    91/100
  • Vigna Ochera Valdobbiadene DOCG Rive di Rolle Dry

    È ottenuto da un vigneto situato tra i 250 e i 450 m s.l.m., da sola Glera. Dopo l’affinamento di almeno 6 mesi in acciaio, una presa di spuma della durata di 30/ 40 giorni con rifermentazione in grandi recipienti per il Metodo Martinotti, affina in bottiglia da 1 a 3 mesi, con un dosaggio di 24 g/l. Nel calice ha un colore giallo chiaro con riflessi verdognoli, un perlage fine, una spuma cremosa. I profumi spaziano da zagara, glicine, mela, pesca, poi canditi di mandarino e arancia, seguiti da litchi, per chiudere poi con spezie dolci e marzapane. In bocca è fresco, ha una grande eleganza, piacevolezza, persistente al palato.

    Voto:

    87/100