«Fifteen men on the dead man’s chest
Yo-ho-ho, and a bottle of rum!
Drink and the devil had done for the rest
Yo-ho-ho, and a bottle of rum!»

Le parole di questo canto, fatto intonare nell’Isola del Tesoro da Robert Louis Stevenson al capitano della nave Long John Silver, hanno forse legato per sempre il rum a uno mondo infestato da pirati senza scrupoli e che identificavano in questa bevanda il marchio stesso dell’universo trasgressivo in cui vivevano. Sono dunque le atmosfere caraibiche, con la magia rarefatta dei litorali e delle isole che compongono il loro accattivante paesaggio marino, a essere evocate non appena il profumo intenso del rum dapprima ci riempie le narici, per pervaderci poi il palato con l’aromatica intensità alcolica della canna da zucchero distillata. E il nostro immaginario viene così proiettato quasi automaticamente in un orizzonte fantastico, legato a infantili e adolescenziali letture popolate di galeoni carichi d’oro e inseguiti da feroci corsari pronti a tutto per impossessarsi dei loro tesori.

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