Tenuta di Artimino e il suo studio di zonazione dei vigneti
di Giovanna Moldenhauer
Qui vi vogliamo raccontare oltre ai dettagli di questo studio di zonazione della Tenuta, le due certificazioni che attestano come sia in corso un nuovo capitolo, improntato su innovazione, sostenibilità e qualità, di come Annabella Pascale e Francesco Spotorno Olmo, terza generazione, hanno scelto di investire su un progetto strutturato, avvalendosi di esperti di fama internazionale come il Prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano, responsabile della ricerca vitivinicola, Riccardo Cotarella, enologo di fama mondiale e Presidente di Assoenologi, e Vincenzo Ercolino, manager con una consolidata esperienza nel mondo del vino
La Tenuta di Artimino, con la sua storica Villa Medicea del 1596, rappresenta un patrimonio unico nel panorama vitivinicolo toscano. Il suo percorso di valorizzazione ha preso avvio nel 2022 con l’importante studio di zonazione dell’intera tenuta viticola, un progetto strategico che ha visto la collaborazione del dott. Luca Toninato e dell’esperto di zonazioni Stefano Pinzauti, precursore della materia in Italia. Questo studio rappresenta il primo tassello di un ambizioso piano di sviluppo che punta alla crescita internazionale dei vini della Tenuta e alla valorizzazione dell’intero ecosistema agricolo, che si estende su oltre 700 ettari tra vigneti, oliveti, boschi e terreni coltivati. Parallelamente alla zonazione, la Tenuta ha avviato un percorso di certificazione della sostenibilità: dopo aver ottenuto la certificazione di processo SQNPI per la produzione viticola e olivicola, è ormai in fase conclusiva il processo di certificazione EQUALITAS, a conferma dell’impegno della famiglia Olmo per una gestione agricola responsabile e innovativa.
Lo studio di zonazione, durato quasi due anni, è stato condotto con metodologie avanzate, tra cui analisi tradizionali e strumenti satellitari di ultima generazione. Questo lavoro ha permesso di approfondire la conoscenza delle caratteristiche pedoclimatiche della Tenuta di Artimino, situata all’interno del Barco Reale, l’antica riserva di caccia dei Medici. Ne è emersa una grande ricchezza di suoli e microclimi, con una straordinaria biodiversità che comprende oltre 26 varietà di vitigni.
La ricerca in ambito agrario e vitivinicolo continuerà a essere un punto cardine della strategia della Tenuta, supportata anche dagli studi della Fondazione Giuseppe Olmo, nata a fine 2024 e dedicata alla memoria del grande campione di ciclismo e imprenditore Giuseppe Olmo, che acquistò la tenuta nel 1980.
Con 78 ettari vitati, la Tenuta di Artimino rappresenta una realtà di primo piano nelle denominazioni DOCG Carmignano e DOC Chianti Montalbano. I vitigni storici della Tenuta includono il Sangiovese, presente fin dal XVII secolo come attestano fonti storiche medicee, il Syrah, il Merlot e il Cabernet Sauvignon (noto come “uva francesca”, introdotta in Toscana da Caterina de’ Medici). Recentemente, la ricerca ha portato alla riscoperta di vitigni rari come il Petit Manseng, che, grazie all’intuizione di Riccardo Cotarella, è stato inserito nel blend del nuovo Artumes 2023, un bianco a base di Trebbiano, che descriviamo di seguito. Molti altri vitigni di origine francese sono presenti nei vigneti di Artimino, a cominciare dallo Chardonnay ed dal Sauvignon per i bianchi, oltre al Petit Verdot e al raro Carmenere per i rossi.
“Sono orgoglioso di far parte di questa squadra” – dichiara Riccardo Cotarella – “la Tenuta di Artimino rappresenta un patrimonio straordinario, dove la storia del vino affonda le radici in epoca etrusca e si intreccia con la visione illuminata della famiglia Medici. La famiglia Olmo ha saputo raccogliere questa eredità con rispetto e lungimiranza, coniugando tradizione e innovazione attraverso una viticoltura responsabile e sostenibile”.
La degustazione
ARTUMES Bianco Toscana IGT 2022 – 12,5% vol.
Da Trebbiano e ora anche da Petit Manseng, ottenuti da vigneti su suoli limosi-sabbiosi, con buona percentuale di argilla. Le uve una volta giunte in cantina vengono raffreddate a 10°C per poi fare una criomacerazione di 4 ore. Successivamente il mosto viene spostato in acciaio per la fermentazione alcolica. Al suo completamento il vino matura in vasche di acciaio per almeno 3 mesi, di cui 2 sulle fecce.
Nel calice è di un colore giallo paglierino chiaro con riflessi verdolini. Al naso si percepiscono sentori di fiori gialli, poi pesca bianca ed infine una nota agrumata. Al gusto è intenso, fresco, piacevole, con un’ottima complessità aromatica e persistenza.
Photo @ Alessandro Moggi
- Francesco Spotorno Olmo, Annabella Pascale e Riccardo Cotarella
- Tenuta di Artimino La Ferdinanda
- Paesaggio villa medicea
- Paesaggio